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venerdì 16 novembre 2012

5 LAMENTI PRINCIPALI DELLA GENTE SUL LETTO DI MORTE. (testimonianza di un’infermiera)




Per  molti anni ho lavorato in reparto di cure palliative. I miei pazienti erano quelli che se ne erano andati a casa a morire. Si condivisero momenti molto speciali. Io stavo con loro nelle ultime 3-12 settimane della loro vita. La gente cresce molto quando si confronta con la propria mortalità.

Imparai a non sottostimare la capacità di qualcuno per la crescita. Qualche cambio fu fenomenale. Ognuno sperimenta una varietà di emozioni, come ci si aspetta: la negazione, la paura, l’ira, il rimorso, anche la negazione e l’accettazione finale. Tuttavia, ogni paziente incontra la sua pace prima di partire, ognuno di loro.

Quando si chiedeva loro in merito a qualsiasi pentimento che avevano o qualsiasi cosa che avrebbero fatto in modo diverso, i temi comuni tornavano ogni volta. Qui ci sono i cinque più comuni.

1.    Magari avessi avuto il coraggio di vivere una vita fedele a me stesso, e non alla vita che altri aspettavano da me.
Questo fu il peso più comune di tutti. Quando le persone si rendono conto che la loro vita è a punto di terminare e la guardano con chiarezza, è facile vedere quanti sogni se ne sono andati senza essere compiuti. La maggior parte della gente non aveva compiuto ancora la metà dei suoi sogni e dovette morire sapendo che era dovuto alle scelte che avevano fatto o a quelle che non avevano fatto.

E’ molto importante onorare almeno alcuni dei tuoi sogni nel cammino. Dal momento in cui perdi la tua salute, è già troppo tardi. La Salute è una libertà di cui pochissimi si rendono conto, finchè non la perdono.

2.    Mi piacerebbe non aver lavorato tanto duramente.
Questo venne da ogni paziente di sesso maschile. Gli mancava la gioventù dei loro figli e la compagnia del congiunto.  Anche le donne espressero questo peso. Però la maggior parte erano di una generazione anteriore, per cui molte delle pazienti non erano state sostegno economico della famiglia. Tutti gli uomini di cui mi curai si lamentarono profondamente di aver sprecato tanto della loro vita nel lavoro.

Semplificando lo stile di vita e prendendo decisioni coscienti nel cammino, è possibile che tu non abbia bisogno degli introiti di cui pensi di aver bisogno. E attraverso la creazione di più spazio nella tua vita, sei più felice e più aperto alle opportunità di nuovi destini, che si adattino meglio al tuo nuovo stile di vita.

3.    Magari avessi avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti.

Molte persone soppressero i propri sentimenti con il fine di mantenere la pace con gli altri. Come risultato si conformarono ad un’esistenza mediocre e non arrivarono mai a essere ciò che erano realmente capaci di arrivare ad essere. Molte malattie sviluppate in relazione all’amarezza e al risentimento  ne sono il risultato.

Non possiamo controllare le reazioni degli altri. Tuttavia, anche se le persone possono reagire inizialmente cambiando la forma con cui si sta loro parlando con onestà, alla fine si pone la relazione ad un livello completamente nuovo e più salutare. O è questo, oppure si lascia la relazione malata della tua vita. In ogni caso, ci guadagni.

4.    Mi sarebbe piaciuto essere stato in contatto con i miei amici.
Spesso non ci si rende conto veramente di tutti i benefici dei suoi vecchi amici fino a che arrivano le ultime settimane e non sempre fu possibile localizzarli. Molti di loro erano giunti ad essere invischiati nelle loro proprie vite che si erano lasciati andare amicizie di oro negli ultimi anni. Ci furono molti lamenti profondi circa non aver dato all’amicizia il tempo e lo sforzo che meritavano. Tutti sentono la mancanza dei loro amici quando stanno morendo.

E’ comune per chiunque abbia uno stile di vita occupato a lasciar cadere le amicizie. Però quando ti confronti con la tua morte che si avvicina, i dettagli fisici della vita spariscono. La gente vuole avere i suoi affari finanziari in ordine, se possibile. Però non è il denaro o lo status ciò che ha la vera importanza per loro. Loro vogliono fare le cose in ordine, più per il beneficio di coloro che amano. In generale, tuttavia, sono troppo malati e stanchi di trattare ogni volta questa incombenza. Tutto questo, alla fine, si riduce all’amore ed alle relazioni. Questo è tutto quanto resta nelle ultime settimane, l’amore e le relazioni.

5.    Mi sarebbe piaciuto essermi lasciato essere più felice
Questo è sorprendentemente comune. Molti non si diedero conto fino alla fine che la felicità è una scelta. Essi si erano lasciati intrappolare in vecchi ruoli e abitudini. Il cosiddetto “confort” di familiarità traboccato nelle loro emozioni, così come nelle loro vite fisiche. La paura al cambiamento li aveva portati a fingere verso gli altri e verso a se stessi, che erano contenti. Quando intimamente, anelavano ridere bene e fare stupidaggini nella loro vita di nuovo. Quando sei nel tuo letto di morte, ciò che gli altri pensano di tè è molto lontano dalla tua mente. Che meraviglia essere capaci di lasciarsi andare e sorridere di nuovo, molto prima che stai morendo!

La vita è una scelta. E’ la tua vita. Scegli coscientemente, scegli saggiamente, scegli con onestà. Scegli la felicità.

Fonte:wakeupworld, vida lucida
Trad: Jennifer Taiocchi


5 lamentos principales de la gente en su lecho de muerte.



Durante muchos años he trabajado en los cuidados paliativos. Mis pacientes eran los que habían ido a casa a morir. Momentos muy especiales se compartieron. Yo estaba con ellos en las últimos tres a doce semanas de sus vidas. La gente crece mucho cuando se enfrentan a su propia mortalidad.

Aprendí a no subestimar la capacidad de alguien para el crecimiento. Algunos cambios fueron fenomenales. Cada uno experimenta una variedad de emociones, como se espera: la negación, el miedo, la ira, el remordimiento, más negación y la aceptación final. Sin embargo, cada paciente encuentra su paz antes de partir, cada uno de ellos.

Cuando se les preguntaba acerca de cualquier arrepentimiento que tenían o cualquier cosa que harían de manera diferente, los temas comunes surgieron una y otra vez. Aquí están los cinco más comunes:

1. Ojalá hubiera tenido el coraje de vivir una vida fiel a mí mismo, no a la vida que otros esperan de mí.

Este fue el pesar más común de todos. Cuando las personas se dan cuenta que su vida está a punto de terminar y miran hacia atrás con claridad en ella, es fácil ver cuántos sueños se fueron sin cumplir. La mayoría de la gente no había cumplido aún la mitad de sus sueños y tuvo que morir sabiendo que era debido a las elecciones que habían hecho o a las que no habían hecho.

Es muy importante honrar al menos algunos de tus sueños en el camino. Desde el momento en que pierdes tu salud, ya es demasiado tarde. La Salud da una libertad que muy pocos se dan cuenta, hasta que ya no la tienen.

2. Me gustaría no haber trabajado tan duro.

Esto vino de cada paciente de sexo masculino que cuidé. Echaban de menos la juventud de sus hijos y la compañía de su pareja. Las mujeres también hablaron de este pesar. Pero la mayoría eran de una generación anterior, muchos de los pacientes de sexo femenino no habían sido sostén de la familia. Todos los hombres que cuidé lamentaron profundamente haber gastado tanto de sus vidas en el trabajo.

Al simplificar su estilo de vida y tomar decisiones conscientes en el camino, es posible que no necesites el ingreso que piensas que necesitas. Y mediante la creación de más espacio en tu vida, eres más feliz y más abierto a las oportunidades de nuevos destinos, que más se adapten a tu nuevo estilo de vida.

3. Ojalá hubiera tenido el coraje de expresar mis sentimientos
.

Muchas personas suprimieron sus sentimientos con el fin de mantener la paz con los demás. Como resultado, se conformaron con una existencia mediocre y nunca llegaron a ser lo que eran realmente capaces de llegar a ser. Muchas enfermedades desarrolladas en relación con la amargura y el resentimiento lleva como resultado.

No podemos controlar las reacciones de los demás. Sin embargo, aunque las personas pueden reaccionar inicialmente al cambiar la forma en que están hablando con honestidad, al final se plantea la relación a un nivel completamente nuevo y más saludable. O es eso, o es soltar la relación enfermiza de tu vida. En cualquiera de las dos, ganas.

4. Me gustaría haber estado en contacto con mis amigos.

A menudo no se dan cuenta verdaderamente de todos los beneficios de sus viejos amigos hasta que llegan sus últimas semanas y no siempre fue posible localizarlos. Muchos de ellos habían llegado a estar tan atrapados en sus propias vidas que se había dejado ir amistades de oro en los últimos años. Hubo muchos lamentos profundos acerca de no haber dado a la amistad el tiempo y esfuerzo que merecían. Todo el mundo echa de menos a sus amigos cuando están muriendo.

Es común para quien sea con un estilo de vida ocupado dejar caer las amistades. Pero cuando te enfrentas con que tu muerte se acerca, los detalles físicos de la vida desaparecen. La gente quiere tener sus asuntos financieros en orden, si es posible. Pero no es el dinero o el status lo que guarda la verdadera importancia para ellos. Ellos quieren hacer las cosas en orden más para el beneficio de aquellos a quienes aman. Por lo general, sin embargo, están demasiado enfermos y cansados de manejar cada vez esta tarea. Todo esto se reduce al amor y las relaciones al final. Eso es todo lo que queda en las últimas semanas, el amor y las relaciones.

5. Me gustaría haberme dejado ser más feliz.

Este es un uno sorprendentemente común. Muchos no se dieron cuenta hasta el final de que la felicidad es una elección. Ellos se habían quedado atascados en viejos patrones y hábitos. El llamado "confort" de familiaridad desbordado en sus emociones, así como en sus vidas físicas. El miedo al cambio les había dejado fingiendo a otros, y a su propio ser, que estaban contentos. Cuando muy adentro, anhelaban reír correctamente y hacer tonterías en su vida de nuevo. Cuando estás en tu lecho de muerte, lo que los demás piensen de ti, está muy lejos de tu mente. ¡Qué maravilloso es ser capaz de dejar ir y sonreír de nuevo, mucho antes de que estés muriendo.

La vida es una elección. Es tu vida. Elige conscientemente, elige sabiamente, elige con honestidad.
Elige la felicidad.

Fuente: 
wakeupworld
Traducción:
Vida Lúcida

lunedì 22 ottobre 2012

DI UNA SOLA MALATTIA MUORE L'UOMO




DI UNA SOLA MALATTIA L’UOMO NON POTRA’ GUARIRE: LA MORTE.

Dalla fecondazione nel grembo della madre umana, alla decomposizione nel grembo della madre terra, la Vita è un continuo processo di trasformazione. Trasformazioni certamente biochimiche, fisiche, strutturali, ma anche emozionali, esperienziali, percettive, adattative, comportamentali. Non possiamo considerare la Vita un’esistenza stabile e perpetua, poiché non avrebbe nessun significato, né biologico, né evolutivo, né spirituale.

Cosa ci conduca attraverso le varie stagioni e trasformazioni della nostra Vita rimane argomento di Scienze,  Filosofie e Religioni. Il tentativo di comprendere è certamente prerogativa umana. Ciò però che sfugge all’attenzione dei più, è che non è fondamentale la comprensione, quanto lo è la partecipazione. Cioè potremmo analizzare e teorizzare la Vita, ma fintanto che non la vivremo sulla nostra pelle non la potremo davvero comprendere. La stessa parola comprendere (prendere con e dentro di sé) e capire (dal latino capere: contenere dentro di sé) esprimono la capacità di integrare dentro di sé non solo concetti ma veri e propri vissuti. Questo riguarda sia vissuti favorevoli che sfavorevoli. 

A chiunque piacerebbe vivere solo esperienze positive, ma ….. ciò che ci accade, che dipenda o meno dalle nostre scelte, dalle nostre azioni, ci obbliga a confrontarci con situazioni, e soprattutto con emozioni.
Se non affrontiamo queste emozioni, esse si ripresenteranno costantemente, finchè non saremo obbligati a cambiare. Il cambiamento è allora il mezzo per crescere, per superare le difficoltà. Se temiamo di cambiare, non ci distaccheremo mai da quelle situazioni che ci creano sofferenza, non proveremo mai l’ebbrezza della crescita, del sentimento di libertà o di dignità.

Anche la malattia è un cambiamento del nostro organismo che si adatta e reagisce a ciò che è obbligato ad affrontare (ambiente, alimenti, emozioni, stile di vita, lavoro ecc.). Combattere la malattia non ha senso se non si scava a fondo di questa trasformazione, se non la si catalizza, ed in definitiva, … non si riuscirà mai a guarire definitivamente se non si ravvede la causa che ha costretto l’organismo a sviluppare una malattia.
Ascoltiamo i segni del nostro corpo, della nostra anima, e soprattutto … viviamo in sintonia con ciò che siamo veramente, e la vita sarà meno sofferente e complicata di quanto la vogliamo rendere noi!
Tutto si può trasformare. Se l'organismo ad un certo punto della vita ha subito trasformazioni, esse non sono mai irreversibile.. poichè l'unico punto irreversibile, almeno nella prospettiva materiale, è la morte.
E seppur paia essa un ultimo passo, un ultimo grido di vita... in realtà è la porta verso una nuova Vita.

Cita Chuang Tzu, un poeta cinese: "Ciò che per il bruco è la morte, per la farfalla è la nascita"

Jennifer Taiocchi

mercoledì 1 agosto 2012

L'UNIVERSO RIFLESSO






Ci sono domande destinate a restare senza risposta, se gli occhi guardano in una sola direzione, in una sola prospettiva. Com'è fatto l'Uomo, la Natura, l'Universo? Come funzionano le leggi che regolano la Vita? E chi e cosa regola queste leggi? Siamo vittime della Vita o artefici della stessa? Quanto contano le nostre decisioni a determinare il nostro destino? Se esistessero verità assolute a questi quesiti, non si continuerebbe a cercare le risposte che possano saziare la sete di conoscenza. Certamente il Mistero che avvolge questi dubbi è dovuto alla complessità ed inseparabilità dei Sistemi che indaghiamo: l'Uomo, la Natura, l'Universo. Non si possono scindere nè frammentare, e la compresione delle singole parti non aiuta a capire come funziona l'insieme. Poichè l'insieme che forma l'Unità è molto più della somma delle singole parti. "Polvere eri, e polvere ritornerai" cita la Bibbia. Ma come fa quella polvere a prendere forma, provare emozioni, amare e soffrire?

In definitiva, cosa tiene insieme l'Universo in una miracolosa struttura dinamica? E torniamo all'incapacità di comprendere lo stesso Universo, comprensione che ci sfugge come il ventro tra le dita. Se voglio penetrare l'Essenza del vento, non sarebbe più facile osservando come egli muove le fronde degli alberi, increspa il mare e trasforma le dune del deserto? Se si vuole osservare il "movimento del Sole", non osservavano gli antichi lo spostamento dell'ombra rispetto ad uno strumento statico, chiamato meridiana?

Capire e comprendere (dal latino prendere con sè, integrare a sè) ciò che ci è inafferrabile diventa possibile quando osserviamo gli effetti che procura su ciò che è a noi afferrabile: la materia. Come riconosciamo l'Amore che ci pulsa dentro, se non attraverso sensazioni fisiche? Ma non sono le palpitazioni, sudorazioni, insonnia, ed eccitazione a definire l'Amore. Essi sono solo sintomi che riflettono sul corpo il sentimento.

E se vogliamo meglio conoscerci dentro, spiritualmente, verrebbe allora più semplice osservando ciò che ci circonda ed interagisce con noi... e soprattutto come questo ambiente "esterno" cambia attorno a noi.
Per conoscere il nostro" vento interiore" si deve allora osservare come la Natura delle cose si muove sotto il nostro soffio vitale.

Del resto, se vogliamo conoscere l'Universo, basterebbe osservare il suo riflesso sulla Terra, le stelle che riflettono sullo specchio d'acqua che noi chiamiamo Mare.

Jennifer Taiocchi

martedì 26 giugno 2012



COSA CE NE FACCIAMO DEL PASSATO?

Quando nella vita di tutti i giorni ci troviamo ad affrontare i diversi inputs che dall'esterno ci giungono e che ci impongono una nostra reazione, è in quel momento che più o meno inconsciamente reagiamo secondo quanto abbiamo appreso in passato da precedenti esperienze simili o che paiono tali. 
Quando la reazione è positiva, cioè a finalità protettiva od evolutiva, il meccanismo è valido ed efficace. Pensiamo a quando di riflesso freniamo improvvisamente per evitare un tamponamento, o quando abbiamo imparato a preparare il primo caffè e da lì in cucina riusciamo a destreggiarci sufficientemente, oppure quando abbiamo imparato a leggere in prima elementare e poi da adulti riusciamo a leggere libri senza difficoltà.
Purtroppo, però, non sempre l'esperienza passata viene utilizzata con finalità positiva. Esistono innumerevoli esperienze passate che ci hanno lasciato cicatrici, e che ogni volta che un situazione (le circostanze, i profumi, le parole, le luci, le immagini o altre stimolazioni sensoriali) ce la richiama alla memoria, siamo allora bloccati, come incatenati, e reagiamo di conseguenza non alla reazione attuale come dovremmo, ma come abbiamo già fatto, ripetendo lo stesso errore, e riaprendo le stesse ferite. Più spesso non ce ne rendiamo conto, poichè sono meccanismi riflessi inconsci, ma il risultato che si ripete è lo stesso.Questo meccanismo, chiamato "ancoraggio", ci àncora in modo del tutto inconscio e limitante a ciò che non siamo riusciti a superare in passato. A traumi che non abbiamo accettato, compreso, e soprattutto la cui ferita ancora non si è cicatrizzata.
Esistono persone che rimangono imbricate nel loro passato, anche se questo è molto remoto e di cui non si hanno più evidenti tracce nel presente, nè le persone che ci circondano sono più le stesse, nè i luoghi e gli ambienti. Eppure, anche se apparentemente sono ricordi rimossi e sotterrati in qualche anfratto buio della loro mente, continua a lasciare segni di sè e il fetore della sua presenza.

La mente umana ha il grande potere di evolvere o di sabotarsi, a seconda di come il passato influisce su di noi, e soprattutto di come lasciamo che il passato ci condizioni. Potremmo navigare in mari aperti, in modo fluido e sereno se ritirassimo a bordo le ancore che si trascinano sui fondali, frenando il nostro viaggio. Potremo così affrontare efficacemente i venti che soffiano e che ci permettono di orientarci verso il futuro.
La ritirata dell'àncora potrebbe essere difficoltosa, dolorosa se impigliata. Potrebbe imporci di immergerci nell'acqua torbida o agitata delle emozioni. Ma la consapevolezza ci impone di scegliere se restare o progredire, e quindi se restare bloccati o sciogliere ciò che impedisce la screscita serena.

Quindi il passato può essere tesoro di grandi risorse che ci permettono l'evoluzione, oppure zavorre che con il loro peso ci limitano il progredire leggero.
"Il passato non macina più", e non solo... seppur non possiamo cancellare ciò che abbiamo attraversato, e che ci ha attraversato, che sono anche la ragione del nostro essere presente, però dobbiamo prodigarci per fare in modo che il passato non sia una ferita rimasta purulenta, e che continuamente ci fa sentire dolore.

Non negare il passato, non rimuoverlo, non lenirlo, ma curarlo, in modo da raccoglierne solo le esperienze positive che ci strutturano e che sono fondamentali per costruire la nostra identità, che è il frutto di ciò che siamo e che ogni giorno è il seme per ciò che saremo nel futuro. 
Se non vogliamo un futuro uguale al nostro passato, dovremo agire nel presente per cambiare ciò che siamo, con le ferite che portiamo. Solo così il futuro non rispecchierà il passato doloroso. E quando smetteremo di pensare con dolore al passato, smetteremo di temere il futuro, ma in esso troveremo solo opportunità!

Jennifer Taiocchi


martedì 19 giugno 2012



LA LLAVE DE LA FELICIDAD

Dios habia comenzado a sentirse muy solo. Entonces, para mitigar esa cósmica soledad, creó a unos seres para que le hicieran compañia. Pero estos seres en seguida encontraron la llave de la felicidad y se fundieron con Dios, volviendo éste a estar solo. "Esto no puede seguir así", se dijo el Divino. Decidió entonces crear al hombre, pero para que no volviera a ocurrir lo mismo que con los otros seres, era necesario ocultar en un lugar seguro la llave de la felicidad. ¿Dónde podía guardarla para que el ser humano no la descubriera? Estuvo reflexionando sobre ello mucho tiempo. Pensó en el fondo de los mares, pero se dio cuenta de que un día el hombre viajaría hasta allí y la hallaría. Tal vez, dedujo, podría guardarse en una cueva perdida en el Himalaya, pero tampoco le pareció una buena idea, porque antes o después el hombre escalaría todas las cumbres y encontraría la gruta y subsiguientemente la llave. Cabía otra posibilidad: esconderla en otra galaxia. ¿Qué hacer, pues? Dios seguió reflexionando. Tenía que haber algún sitio donde ocultar la llave de la felicidad y que el hombre no pudiera encontrarla y así no se fundiera con El y se quedase de nuevo solo. ¡Eureka! De repente a Dios se le ocurrió el lugar en que no buscaría la llave de la felicidad. Creó al hombre y colocó la llave dentro de él.

Ramiro Calle
(Cuentos de Oriente)

domenica 4 marzo 2012

20 Motivi per cui i bambini dovrebbero studiare musica


La musica è come la matematica e spagnolo o latino: E 'una lingua straniera, che può contribuire a sviluppare l'apprendimento, il motore e capacità di comprensione. Imparare la musica o suonare uno strumento apre le porte a nuove opportunità. Cosa c'è di più, il divertimento della musica.

 Tuttavia, nulla può sostituire le lezioni private di musica da cominciare tra i  3 e 9 anni.
Il cervello si sviluppa ad un ritmo rapido tra la nascita e tre anni ed è uno stimolo essenziale per lo sviluppo dei neuroni. Pertanto, incoraggiare l'esplorazione musicale è un modo semplice per promuovere lo sviluppo intellettuale.

Prima dei tre anni, gli strumenti giocattolo possono essere un eccellente introduzione alla realtà e le classi di gioco di gruppo musicale sono in grado di preparare il bambino per lo studio successivo. Cantare a qualsiasi età è di grande beneficio e la consapevolezza linguistica e musicale può iniziare già a partire dal quinto mese di gravidanza, quando il cervello del feto e le orecchie sono aperti a ricevere stimolo.

Dall'età di 3 anni, circuiti cerebrali di un bambino sono abbastanza maturi per iniziare lezioni strumentali e / o vocali. La voce è probabilmente lo strumento più importante, perché il canto è un gateway di comunicazione che sviluppa enorme fiducia e piena espressione di sé.

Il pianoforte è di solito il miglior strumento musicale per cominciare, perché non richiede alcuna diteggiatura specifica. Tuttavia, i bambini devono scegliere gli strumenti per giocare con i suoni che vogliono. I bambini praticano di più se a loro piace il suono di uno strumento.
Se il bambino sceglie il pianoforte, tastiere elettroniche sono un buon modo economico per iniziare, perché sono molto convenienti e portatili. Molte marche presenti oggi sul mercato fanno visualizzare le note su uno schermo digitale durante la riproduzione di musica. Questi tipi di tastiere possono essere di grande aiuto al bambino per permettergli di iniziare a leggere le note musicali e simboli. Essi inoltre hanno spesso funzioni incorporate di ritmo e canzoni che fanno cantare e ballare con la musica facile.

Dal  Howard Gardner "Frames of Mind: The Theory of intelligenze multiple" nel 1983 e Gordon Shaw e Francis Rauscher gli "Effetto Mozart" nel 1993, vi è un dibattito acceso nella ricerca se lo studio della musica può essere collegata al migliore rendimento scolastico.

Troverete migliaia di libri, prodotti, articoli e siti web che discutono i vantaggi di studiare musica. Per comodità, i primi 20 vantaggi segnalati per lo studio della musica vocale e strumentale sono elencati di seguito.

1. formazione musicale è stata collegata alla capacità di ragionamento spazio-temporale. (Vale a dire la capacità di leggere una mappa, puzzle messo insieme, formare immagini mentali, trasformare / visualizzare le cose che si dispiegano nello spazio, nel tempo, e riconoscere le relazioni tra gli oggetti. Queste competenze sono spesso utili nel campo della scienza, la matematica e gli scacchi.)

2. simboli musicali, la struttura, e la formazione ritmico utilizzano frazioni, rapporti e proporzioni, che sono tutte importanti nello studio matematico.

3. Aumenta le capacità di solving problems, la logica e la capacità di pensiero come l'analisi, la valutazione e il legame / organizzazione delle idee

4. Ottimizza lo sviluppo  dei neuroni e circuitidel cervello

5. Sostiene lo sviluppo motorio in particolare il coordinamento delle mani, gli occhi e il corpo

6. Espande intelligenze multiple e consente di studiare  le capacità congnitive e di comunicazione da soggetto a soggetto

7. le attività di gruppo o in orchestra contribuiscono a promuovere la cooperazione, l'armonia sociale e di insegnare ai ragazzi la disciplina, mentre lavorano insieme verso un obiettivo comune.

8. Musica aumenta la memoria. L ripetizione di un brano in una struttura prevedibile, canzone ritmica, rende più facile memorizzazione.

9. Il canto è un ottimo modo per aiutare a migliorare la capacità di lettura e di istruzione. Karaoke è un esempio perfetto. I bambini possono imparare una canzone ad orecchio (uditiva), ma le parole sullo schermo di un televisore o un computer forniscono un ancoraggio visivo contemporaneo.

10. Nella musica vocale di apprendimento del ritmo, il fraseggio, e il passo aumentano notevolmente la lingua, la pronuncia, la grammatica e vocabolario. Ciò è particolarmente evidente quando si utilizzano brani  studio in prima e seconda lingua.

11. Migliora la lettura critica e scrittura

12. Aumenta i punteggi dei test, diminuisce l'ansia da prestazione, e insegna ai bambini come gestire lo stress durante gli esami comuni
 
13. Aiuta i bambini a canalizzare emozioni inespresse o negative in modo positivo

14. Aumenta il pensiero creativo

15. La lettura di musica e esecuzione di brani memorizzati aiutare i bambini a pensare al futuro

16. L'improvvisazione aiuta le persone a "pensare in piedi" (reagire rapidamente)

17. La performance è collegata all'autostima e autoefficacia. I bambini imparano a raggiungere i loro migliori risultati.

18. Quando i bambini si preparano le prestazioni, studiano il canto o lo strumento, si applicano generalmente con determinazione e perseveranza, e tale atteggiamento si riverserà anche a molti percorsi di studio futuri accademici o altro.

19. Migliora la comprensione di compiti a casa e consente più elevati livelli di concentrazione

20. I bambini che studiano musica in genere hanno un atteggiamento migliore, sono più motivati e meno intimiditi nell'imparare cose nuove

Attraverso la lettura della musica, la scrittura notazione, il canto a vista (solfeggio), teoria musicale, l'alfabetizzazione, le competenze diventano trasferibili. Ad esempio, si può supporre che la matematica possa  anche sviluppare la musica. Risultati accademici si collegano positivamente con il successo musicale e viceversa.
Già nel 19 ° secolo, il visionario Dr. Maria Montessori ha incluso musica e le arti nel curriculum scolastico di tutto il mondo per migliorare e accelerare notevolmente l'apprendimento.


Copyright 2006 Deborah Torres Patel

martedì 28 febbraio 2012

Música, cerebro y emoción



Música, cerebro y emoción


La música también involucra la emoción tanto en lo que se percibe como en lo que se ejecuta o canta.
Cuando un acorde que resuelve una sinfonía nos produce un delicioso escalofrío se activan en el cerebro los mismos centros de placer que actúan al comer chocolate, hacer el amor o tomar ciertas drogas.
Un intervalo consonante corresponde a una relación de frecuencias entre las dos notas que determina un intervalo sencillo. Por ejemplo: La relación entre las frecuencias de un do y un sol central es 260 y 390 hertz. La interpretación simultánea define un acorde de quinta perfecta de sonoridad considerada agradable.
En cambio la interpretación simultánea de un do central y un do sostenido (260 y 277 hertzios) produce un sonido que en nuestra cultura mayoritariamente es considerado como desagradable y áspero.
¿Que mecanismos cerebrales subyacen a esta experiencia?

Las imágenes obtenidas mediante tomografía (registradas mientras individuos escuchaban acordes disonantes y consonantes) mostraron que son dos sistemas diferentes los que se activan, cada uno relacionado con emociones distintas, cuando el cerebro procesa emociones vinculadas a la música. Los acordes consonantes activan región órbito frontal (parte del sistema de recompensa) del hemisferio derecho y parte de un área del cuerpo calloso.

La música nos acompaña desde tiempos remotos; el hombre prehistórico tocaba ya flautas de huesos, instrumentos de percusión y birimbaos. Los arqueólogos han descubierto flautas hechas con huesos de animales en Neanderthals que vivían en Europa del Este hace más de 50.000 años. La música esta dentro de nuestro cuerpo-mente. Para oír música no necesitamos que ningún sonido real llegue a nuestros oídos. Tan sólo con imaginarla un número de áreas temporales del cerebro que participan en la audición se activan también cuando dichas melodías se imaginan.
Fenómenos como estos demuestran que son muchos los conocimientos que se han adquirido en los últimos años pero son aún más los misterios a develar. 

Fuentes

Revista Investigación y Ciencia. Enero 2005
 

giovedì 23 febbraio 2012

Cosa succede quando si muore


Il lama tibetano Kalu Rimpoche descriveva molto vividamente quello che succede al nostro corpo al momento della morte. Non so se sia tutto vero, e spero di poterlo verificare il più tardi possibile :-) Ad ogni modo questa descrizione ha il potere di rendermi molto vivida l’idea della morte (al punto da non esser più una semplice idea), mi scuote e risveglia dall’illusione quotidiana di immortalità e permanenza, ricordandomi che questo corpo non è la mia vera dimora/natura. Sposto allora più volentierei l’identificazione dal corpo alla coscienza.
Avvicinandoci alla morte, in noi comincia a dissolversi l’elemento terra: perdiamo la nostra forza, non riusciamo più a stare seduti o a reggerci dritti. Le guance cominciano ad affossarsi, non riusciamo più a sostenere la testa, si fa difficile persino aprire o chiudere gli occhi. Si diventa pallidi; ci sentiamo pesanti e scomodi in ogni posizione; chiediamo di essere tirati su. Alcuni testi ci dicono che ci sentiamo come se stessimo cadendo o sprofondando sottoterra, o ci sentiamo schiacciati da un grosso peso, addirittura come se il nostro corpo fosse schiacciato giù da una montagna. L’elemento terra sta tornando alla terra
Poi è il turno dell’elemento acqua: cominciamo a perdere il controllo dei fluidi corporei. Ci cola il naso, possono lacrimarci gli occhi, forse diventiamo incontinenti. Non riusciamo più a muovere la lingua; gli occhi cominciano a sentirsi secchi, nell’orbita; abbiamo le labbra tese ed esangui, la bocca riarsa, la gola chiusa. Le narici si deformano, ci viene una gran sete. Tremiano e ci contorciamo. Alcuni testi dicono che ci sentiamo annegare in un oceano o trascinare via da un fiume enorme. L’elemento acqua sta tornando all’acqua.
Poi viene l’elemento fuoco. La bocca e il naso si prosciugano completamente: tutto il calore comincia a lasciare il corpo di solito a partire dai piedi e dalle mani in direzione del cuore. Può capitare che dalla sommità del capo esca un calore umido. Sentiamo freddo il respiro che ci attraversa il naso e la bocca. Non abbiamo più il calore necessario per digerire niente. Diventa sempre più difficile percepire tutto ciò che è al di fuori di noi. L’esperienza interiore è di essere consumati da una vampa ruggente, o che il mondo sia consumato in un’apocalisse di fuoco. L’elemento fuoco ritorna al fuoco.
Segue l’elemento aria. Respirare ci diventa sempre più difficile: l’inspirazione si fa superficiale e l’espirazione si allunga. Cominciamo a respirare ruomorosamente e ad ansimare. I respiri diventano più brevi e laboriosi: il corpo si torce, poi si acquieta. La vista svanisce, quella interiore come quella esterna, indistinta e appannata. L’esperienza interiore di un gran vento che spazzi via il mondo, di un tornado che consuma l’intero universo. L’elemento aria ritorna all’aria.