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sabato 24 dicembre 2011

GRAZIE PER I TUOI MOMENTI DI RIFLESSIONE CON ME!

A te, esploratore e viandante che sei affezionato a questi pensieri miei o di passaggio su queste pagine, Ti ringrazio per il tempo che dedichi a soffermarti sulle sponde di questo fiume di riflessioni che sgorgano dalla fonte della ricerca.
Ti voglio augurare:
che Tu possa realizzare ciò che desideri, la Tua strada per la felicità....
e che tu possa godere di salute per goderne!

Felice Natale, ed armonioso 2012!

Jennifer Taiocchi

giovedì 22 dicembre 2011

ASSAGGI DI CONSAPEVOLEZZA…CHI DECIDE SULLA NOSTRA SALUTE?



Normalmente le persone tendono a credere che la nostra vita cominci il giorno del concepimento e termini il giorno della morte.
La scienza spiega come la vita nasca da una singola cellula embrionale, ma non è riuscita a spiegarsi come si sviluppi una popolazione di cellule organizzate per formare tessuti, organi differenziati, ognuno con propri e specifici compiti

La maggior parte delle persone credono che la vita termini nell’ultimo respiro, e che il tempo polverizzi i resti del corpo fisico, lasciando le uniche tracce nella memoria.
In realtà queste convinzioni sono spiegabili solo se osservate sotto la lente della fisica meccanicistica. Esistono tuttavia moltissimi fenomeni ancora ignoti che trascendono il corpo fisico.

Se approfondiamo la conoscenza del solo corpo, l’osservazione microscopica ci porta alla luce una verità: ogni giorno migliaia di cellule muoiono lasciando spazio ad altrettante che nascono. Il corpo umano quindi si trasforma ed ogni giorno è impegnato a ricreare se stesso.  Se siamo impegnati a ricreare noi stessi ogni giorno, allora non è mai troppo tardi per ricreare noi stessi così come vorremmo essere, di avere un ruolo attivo e  responsabile nel nostro destino, e non di essere vittime inconsapevoli e rassegnate.
Quando respiriamo ed inaliamo l’ossigeno, questo andrà a nutrire il sangue che a sua volta sarà convogliato verso i distretti che ne richiedono maggior afflusso, nutrendo maggiormente un organo rispetto ad altri. Ciò significa anche che se siamo sereni ci sarà un equilibrato afflusso di sangue, ossigeno e nutrienti verso tutti gli organi, ma se siamo spaventati, nervosi, depressi, ansiosi, affaticati, ecc. il sangue si convoglierà verso quegli apparati che sono sotto maggior sforzo, sottraendo gli alimenti ad altri organi, e da qui si creano disturbi e scompensi che alterano l’armonia generale chiamata “ben-essere”.

Il nostro organismo è fornito di un meraviglioso meccanismo che gli consente di adattarsi all’ambiente in cui vive, reagendo di conseguenza a stimoli di tipo fisico, alimentare, emozionale. E’ per questo che la creazione si rinnova tutti i giorni, per essere sempre efficace. Ma se il nostro comportamento alimentare, emozionale, abitudinario è quotidianamente ripetitivo, il risultato sarà sempre lo stesso, cioè non riusciremo a cambiare veramente e a migliorare la nostra condizione di imperfetto ben-essere.

In definitiva è questione di consapevolezza, di come vediamo noi stessi e di come scegliamo di agire. Dare al nostro organismo le giuste informazioni, imputs, stimoli, per consentirgli di avere tutte le risorse necessarie affinché i cicli della vita siano sempre di una rinascita e crescita, una eterna primavera che profumi la nostra esistenza di salute tanto fisica quanto emozionale.

 Jennifer Taiocchi

lunedì 12 dicembre 2011

LA MENTE PUO' FARCI AMMALARE O GUARIRE?


Ciò che unisce la mente al corpo non sono solo fasci di nervi che dal cervello, sistema nervoso centrale, si dirigono verso il sistema nervoso periferico. Non si tratta semplicemente di impulsi elettrici che corrono lungo le fibre nervose, ma di un sistema enormemente più complesso le cui regole sono ancora in gran parte ignote.
La medicina occidentale sta dimostrando un crescente interesse verso l’influenza della mente sull’organismo. Si è cominciato ad osservare che taluni stati emotivi di notevole intensità o di prolungata permanenza possono causare disturbi che inizialmente venivano classificati come psico-somatici. Infatti, non trovando cause organiche che giustificassero tali malesseri, essi venivano attribuiti a stati emotivi che il paziente accusava. Tutti hanno potuto sperimentare un mal di testa, bruciori di stomaco, coliti, stipsi o diarrea, insonnia, debolezza, fatica cronica, tachicardie, tremori, inappetenza ecc. conseguenti a emozioni di intensità evidente. Ognuno avrà un proprio “tallone d’Achille” sul quale si riverserà la “tensione emotiva”, cercando un libero sfogo.

Tuttavia noi siamo fatti di emozioni, oltre che di funzioni biologiche, e ciò significa che esse interagiscono con il nostro organismo durante tutta la nostra giornata, con un rapporto direttamente proporzionale all’intensità ed alla durata delle stesse. Per questo un  notevole carico emotivo potrebbe avere le stesse conseguenze di emozioni di lieve intensità che però perdurano nel tempo, esse infatti agiranno come la goccia d’acqua che cade sulla roccia, finiranno per scavarla.

La mente, quindi può avere un enorme potere nel dialogo con il corpo. Ma non solo INTER-FERISCE con esso in senso negativo, cioè causando disturbi o vere e proprie malattie. Come tutte le medaglie, ha anche un versante positivo, cioè  INTER-AGISCE con l’organismo, facilitando la guarigione.
A questo proposito è’ stato sperimentato da un’equipe di psichiatri e psicologi dell’Università di Standford e di Alberta, che pazienti con tumore alla mammella sono state studiate dal punto di vista della depressione, inserendo la metà delle pazienti in un programma di psicoterapia che prevedeva il supporto per la depressione. Le pazienti che avevano seguito la psicoterapia, non solo stavano meglio dal punto di vista emotivo, ma avevano guadagnato il doppio della sopravvivenza rispetto alle altre pazienti che non avevano ricevuto tale trattamento.

Questo significa che la depressione è un ostacolo alla guarigione, un’interferenza non solo psichica ma anche biologica al recupero fisico. Come avvenga tale interferenza dal punto di vista biochimico e fisio-patologico non è ancora noto, tuttavia la conclusione degli studi ci porta a riflettere sulle facoltà della nostra mente e sul dialogo che mente e corpo sviluppano durante tutta la vita.

Ma se questi studi dimostrano in modo evidente l’interferenza della mente su un corpo malato, ci portano a considerare che la stessa mente possa interagire, influire ed interferire anche su un corpo sano…. Inteso che un corpo perfettamente sano non esiste… poiché lo stato di salute è una condizione di equilibrio dinamico in continuo adattamento.

Pertanto, “se non possiamo cambiare il mondo, cambiamo noi stessi”, è la citazione che perfettamente ci dà l’idea della possibilità che abbiamo di crearci lo stato di salute, o di malattia, partendo dal prenderci cura delle nostre emozioni, di trovare uno stato di equilibrio di benessere, di quiete interiore. Infatti un continuo stato di “tensione” psichica non farà che mettere in tensione l’intero sistema fisico, che presto o tardi causerà un “corto circuito”.

Jennifer Taiocchi

giovedì 1 dicembre 2011

TEMPI DI CRISI


Cresce l'ansia, la preoccupazione, il malessere generale, e generazionale. Sentirsi derubati del futuro e inariditi nel presente. Certamente questa epoca di sofferenza sarà la gestazione di un nuovo cambio, senza il quale non riusciremmo in ogni caso ad evolvere. Come ogni ciclo, tutto ciò che nasce è il parto di una gravidanza, e tutto ciò che vive è frutto di trasformazioni, evoluzioni, involuzioni, ... in definitiva "nulla nasce, nulla muore, tutto si trasforma". Ciò che ci fa paura, è non sapere quale sarà il cambiamento, quanto dovremo aspettare, resistere, e quanto tempo ci vorrà per adattarsi alla nuova situazione. Spesso temiamo più di lasciare il vecchio, seppur sgradito, che accettare il nuovo, poichè ignoto.

In questa circostanza la tensione mentale, ed emozionale diventa incontrollabile. La paura blocca le nostre capacità di far fronte alle circostanze avverse. Perdiamo solidità emotiva, perdiamo energia per nuove idee.

Se non possiamo cambiare il mondo, cambiamo almeno noi stessi.... e soprattutto il modo di reagire alle circostanze. Se non possiamo combatterle, almeno impariamo a crearne un'opportunità.
Un antica detto popolare citava: "Se andando a caccia non riesci a trovare selvaggina, almeno portati a casa la legna per il camino".

Anche il Dalai Lama afferma che mantenendo uno stato di calma mentale non solo si resiste meglio allo stress, ma addirittura si riescono a trovare soluzioni creative per riuscire a sfuggire allo stato di stress che attanaglia la quotidianità dell'essere umano.
E come si raggiunge lo stato di calma mentale? Meditando! Trovando lo spazio temporale per far respirare l'anima, per lasciare la presa dei pensieri. Molti sono i modi per meditare... ma tutti hanno in comune il mettere in comunicazione il proprio essere interiore con l'essere esteriore.

Non lasciate che la vita vi sfugga come le redini di un cavallo impazzito, ma sappiate vivere nel modo meno angoscioso e più sereno possibile... il resto verrà da sé.

Dopo tutto, come dice un antico detto cinese
  "non possiamo impedire che il cielo piova, però possiamo evitare di bagnarci!"

Dott.ssa Jennifer Taiocchi

giovedì 24 novembre 2011

CONSIGLI PER LA FELICITA'



PROCEDI CON CALMA TRA IL FRASTUONO E LA FRETTA E RICORDA QUALE PACE PUO' ESSERVI NEL SILENZIO.
  • Per quanto puoi, senza cedimenti mantieniti in buoni rapporti con tutti.
  • Esponi la tua opinione con tranquilla chiarezza, e ascolta gli altri: pur se noiosi e incolti, hanno anch'essi una loro storia. Evita le persone volgari e prepotenti: costituiscono un tormento per lo spirito.
  • Se insisti nel confrontarti con gli altri, rischi di diventare borioso e amaro, perchè sempre esisteranno individui migliori e peggiori di te. Godi dei tuoi successi ed anche dei tuoi progetti. Mantieni interesse per la tua professione, per quanto umile: essa costituisce un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo.
  • Usa prudenza nei tuoi affari, perchè il mondo è pieno di inganno. Ma questo non ti renda cieco a quanto vi è di virtù: molto sono coloro che perseguono alti ideali e dovunque la vita è colma di eroismo. Sii te stesso e soprattutto non fingere negli affetti. Non ostentare cinismo verso l'amore, perchè, pur di fronte a qualsiasi delusione e aridità, esso resta perenne come il sempreverde.
  • Accetta docile la saggezza dell'età, lasciando con serenità le cose della giovinezza.
  • Coltiva la forza d'animo per difenderti nelle calamità improvvise.
  • Ma non tormentarti con delle fantasie: molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.
  • Al di là di una sana disciplina, sii tollerante con te stesso. Tu sei figlio dell'universo non meno degli alberi e delle stelle, ed hai pieno diritto di esistere.
  • E convinto o non convinto che tu ne sia, non v'è dubbio che l'universo si stia evolvendo a dovere.
  • Perchiò sta in pace con Dio, qualunque sia il concetto che hai di Lui. E quali che siano i tuoi affanni e aspirazioni, nella chiassosa confusione dell'esistenza, mantieniti in pace con il tuo spirito.
  • Nonostante i suoi inganni, tavagli e sogni infranti, questo è pur sempre un mondo meraviglioso. Sii prundente.
  • SFORZATI DI ESSERE FELICE.
Da un manoscritto del 1692 rinvenuto a Baltimora nell'antica chiesa di S.Paolo

martedì 15 novembre 2011

Pianeta in prestito...

Esistono tanti modi per trascorrere questa "vacanza" in cui siamo ospiti su questo Pianeta. Del resto, questo luogo non è di nostra proprietà, non lo possediamo, così come non possediamo la nostra vita, sebbene possiamo influire su di essa e sull'ambiente nel quale essa si sviluppa. Questa Terra l'abbiamo solo in prestito, in attesa di passare il testimone ai nostri figli, nipoti, ai nostri eredi, i quali sarebbero ben contenti di trovare la stessa bellezza, la stessa purezza e ricchezza che abbiamo trovato noi.

L'acqua, l'elemento tra i più semplici e tra i più preziosi sta cominciando a scarseggiare, insieme alle risorse della Terra. La tavola è rimasta la stessa, ma a sedercisi non è più una famiglia di 4 persone, ma un intero paese di migliaia di persone. Dovremo tutti dividerci ciò che abbiamo, apportare ognuno le proprie risorse anzichè arrivare a tavola con le mani vuote e consumare avaramente le risosrse dell'altro fino all'esaurimento. E al momento di alzarci dal banchetto, non sarebbe forse più saggio ripulire la propria sporcizia per lasciare a chi segue una tavola pulita ed accogliente, così come era stata lasciata a noi?
Tutto sommato, non ci vogliono grandi decisioni governative. Ed alla fine, i governi speculano sulla volontà dei cittadini, che se uniti fanno una grossa fetta di posizione che andrà pur soddisfatta.


Ed ecco, non diamo colpe ai governi ed a chi li comanda, poichè la storia è testimone del fatto che la politica sin dalla notte dei tempi non ha in mano la soluzione.... La soluzione alla confusione parte dalla nostra consapevolezza, dalla nostra volontà. La parola e l'opinione di un singolo contano poco, ma quando il gruppo diventa ben nutrito, allora per necessità politiche i governi sono propensi a soddisfare le esigenze crescenti.
Prendiamo la nostra vita nelle mani, occupiamoci del Pianeta che ci accoglie, poichè siamo noi in grado di trasformarlo in paradiso o in inferno, ... con le nostre scelte, i nostri comportamenti quotidiani!

Dott.ssa J.Taiocchi

venerdì 11 novembre 2011

GUARDA COSA DICE UN PREMIO NOBEL DELLA MEDICINA (E SORPRENDITI...!)


Non è uno spreco.... è una bomba!!!!!         
Ecco lo scandalo… - molto valoroso questo Premio Nóbel per la Medicina-. Che peccato che questo non venga trasmesso nei notiziari di tutte le reti per crearne una reazione di massa…. È una vergogna…... 

Premio Nobel di Medicina: Le industrie farmaceutiche bloccano le medicine che curano perché non sono redditizie impedendone la loro distribuzione,
Il vincitore del Premio Nobel per la Medicina, Richard J.Roberts, denuncia il modo in cui operano le grandi industrie farmaceutiche nel sistema capitalistico, anteponendo i benefici economici alla salute e rallentando lo sviluppo scientifico nella cura delle malattie perché guarire non è fruttuoso come la cronicità.


Qualche giorno fa è stata pubblicata una nota sui dati rivelati che mostrano che le grandi compagnie farmaceutiche degli Stati Uniti spendono centinaia di milioni di dollari all’anno pagando medici affinchè essi promuovano i loro farmaci.
Per completezza riproduciamo questa intervista con il Premio Nobel per la Medicina Richard J. Roberts che segnala che i farmaci che curano non sono redditizi e per questo non sono sviluppati dalle industrie farmaceutiche che al contrario sviluppano farmaci cronicizzanti che siano consumati in modo massivo e continuativo. Questo, segnala Roberts, determina anche che alcuni farmaci che potrebbero curare completamente una malattia non siano sperimentati. E si chiede fino a che punto è valido ed etico che la industria della salute  sia retto dagli stessi principi del mercato capitalista, i quali arrivano ad assomigliare molto a quelli mafiosi.
L’intervista fu originariamente pubblicata dal quotidiano spagnolo “La Vanguardia”:
La ricerca si può pianificare?
- Se io fosso ministro della Salute o responsabile della Scienza e Tecnologia, cercherei persone entusiaste con progetti interessanti; darei loro i fondi sufficienti affinché non possano fare altro che fare ricerca e li lascerei lavorare dieci anni per sorprenderci- Sembra una buona politica.
- Si è abituati a credere che, per arrivare molto lontani devi appoggiare la ricerca di base; però se vuoi risultati più immediati e redditizi, devi puntare sulla ricerca applicata
- E non è cosi?
- Spesso le scoperte più redditizie si sono fatte a partire da domante molto fondamentali. Così nacque la gigantesca e multimilionaria industria biotech statunitense per la quale lavoro.
- Come è nata?
- La biotecnologia nacque quando persone appassionate cominciarono a chiedersi se si potessero clonare geni e cominciarono a studiarli e a tentare di purificarli.
- Tutta un’avventura.
- Sí, però nessuno si aspettava di diventare ricco con queste domande. Era difficile ottenere fondi per questa ricerca, fino a che Nixon lanciò la guerra contro il cancro nel 1971.
- Fu scientificamente produttiva?
- Permise, con una enorme quantità di fondi pubblici, molta ricerca, come la mia, che non serviva direttamente contro il cancro, però fu utile per capire i meccanismi che permettono la vita.   
- Cosa scoprì Lei?
- Phillip Allen Sharp ed io fummo premiati per la scoperta degli introni nel DNA eucaristico ed il meccanismo di “gen splicing” (giuntura dei geni)
- A cosa servì?
- Questa scoperta permise di capire come funziona il DNA e tuttavia ha solo una relazione indiretta con il cancro.
- Che modello di ricerca Le sembra più efficace, lo statunitense o l’europeo?
- E’ ovvio che lo statunitense, nel quale prende parte attiva il capitale privato, è molto più efficace. Prenda per esempio le spettacolari innovazioni dell’industria informatica, dove il denaro priavato è quello che finanzia la ricerca basica e quella applicata, però per quanto riguarda l’industria della salute…. Ho le mie riserve…
- La ascolto.
- La ricerca nella salute umana no npuò dipendere  solo dalla sua redditività economica. Ciò che è buono per i soci della impresa non sempre è buono per le persone.
– Si spieghi.
- L’industria farmaceutica vuole servire i mercati del capitale…..
- Come qualsiasi altra industria.
- Il fatto è che non si tratta di qualsiasi altra industria: stiamo parlando della nostra salute e delle nostre vite e di quelle dei nostri figli e di milioni di esseri umani..
- Però se sono redditizie, ricercheranno meglio.
- Se pensi solo agli introiti, smetti di preoccuparti di servire gli esseri umani.
- Per esempio…
- Ho verificato come in alcuni casi le ricerche che dipendono da fondi privati avrebbero scoperto medicine molto efficaci che avrebbero curato definitivamente una malattia….
- E perché rinunciano alla ricerca?
- Perché le industrie farmaceutiche spesso non sono tanto interessate a curare Lei ma piuttosto a toglierLe denaro, così la ricerca, immediatamente è deviata verso la scoperta di medicine che non curano completamente, ma che mantengono la malattia cronica e Le fanno sperimentare un miglioramento che scompare quando smette di assumere il farmaco.
- E’ un’accusa grave.
- E’ normale che le farmaceutiche siano interessate in linee di ricerca non per curare ma per convertire solamente in affezioni croniche con medicinali cronicizzanti molto più redditizi rispetto a quelli che curano del tutto e definitivamente.  E non avrebbe altro che seguire le analisi finanziarie dell’industria farmaceutica e verificherà ciò che Le dico.
- Ci sono dividenti che uccidono.
- Per questo Le dicevo che la salute non può essere un ulteriore mercato e non si può intendere come un mezzo per guadagnare denaro. Per questo credo che il modello europeo misto di capitale pubblico e privato è meno facile che propizi questo tipo di abuso.  
- Un esempio di questi abusi?
- Si è smesso di ricercare antibiotici perché sono troppo efficaci e guarivano completamente. Siccome non si sono sviluppati nuovi antibiotici, i microorganismi infettivi son diventati resistenti e oggi la tubercolosi, che nella mia infanzia era stata sconfitta, stà risorgendo e ha già ucciso l’anno scorso un milione di persone.
- Non mi parla del Terzo Mondo?
- Questo è un altro triste capitolo: c’è pochissima ricerca sulle malattie del Terzo Mondo, perché i farmaci che le combatterebbero non sarebbero redditizi. Però io Le sto parlando del nostro Primo Mondo: la medicina che guarisce del tutto non è redditizia e per questo non investono in questa
- I politici non intervengono?
- Non si faccia illusioni: nel nostro sistema i politici sono dei semplici impiegati dei grandi capitali, che investono il necessario affinché siano eletti i suoi figli, e se non lo sono, comprano quelli che sono stati eletti.
- Ci sarà di tutto.
- Al capitale gli interessa solo moltiplicarsi. Quasi tutti i politici – e so di cosa parlo – dipendono sfacciatamente da queste multinazionali farmaceutiche che finanziano le loro campagne. Il resto sono parole…..

venerdì 4 novembre 2011

la verdad del premio nobel.....

MIRA LO QUE DICE UN PREMIO NÓBEL DE MEDICINA
 (Y PÁSMATE...)

No tiene desperdicio… es una bomba!!!!!!!         
Ahí va el escándalo... -muy valiente este Premio Nóbel de Medicina-. Qué lástima que esto no salga en los noticiarios de todas las cadenas para que la reaccione en masa... es de vergüenza... 

Premio Nóbel de Medicina: Las Farmacéuticas bloquean las medicinas que curan porque no son rentables impidiendo su distribución,

El ganador del Premio Nobel de Medicina Richard J. Roberts denuncia la forma en la que operan las grandes farmacéuticas dentro del sistema capitalista, anteponiendo los beneficios económicos a la salud y deteniendo el avance científico en la cura de enfermedades porque curar no es tan rentable como la cronicidad. 
http://pijamasurf.com/wp-content/uploads/2011/02/Picture-759.png 
 
Hace unos días se publicó una nota sobre datos revelados que muestran que las grandes compañías farmacéuticas en Estados Unidos gastan cientos de millones de dólares al año pagando a doctores para que éstos promuevan sus medicamentos.  Para complementar reproducimos esta entrevista con el Premio Nobel de Medicina Richard J. Roberts quien señala que los fármacos que curan no son rentables y por eso no son desarrollados por las farmacéuticas que en cambio sí desarrollan medicamentos cronificadores que sean consumidos de forma serializada. Esto, señala Roberts, también hace que algunos fármacos que podrían curar del todo una enfermedad no sean investigados. Y se pregunta hasta qué punto es válido y ético que la industria de la salud se rija por los mismos valores y principios que el mercado capitalista, los cuales llegan a parecerse mucho a los de la mafia. La entrevista originalmente fue publicada por el diario español La Vanguardia: ¿La investigación se puede planificar? - Si yo fuera ministro de Sanidad o el responsable de Ciencia y Tecnología, buscaría a gente entusiasta con proyectos interesantes; les daría el dinero justo para que no pudieran hacer nada más que investigar y les dejaría trabajar diez años para sorprendernos.
- Parece una buena política. - Se suele creer que, para llegar muy lejos, tienes que apoyar la investigación básica; pero si quieres resultados más inmediatos y rentables, debes apostar por la aplicada…
- ¿Y no es así? - A menudo, los descubrimientos más rentables se han hecho a partir de preguntas muy básicas. Así nació la gigantesca y billonaria industria biotech estadounidense para la que trabajo.
- ¿Cómo nació? - La biotecnología surgió cuando gente apasionada se empezó a preguntar si podría clonar genes y empezó a estudiarlos y a intentar purificarlos.
- Toda una aventura. - Sí, pero nadie esperaba hacerse rico con esas preguntas. Era difícil obtener fondos para investigar las respuestas hasta que Nixon lanzó la guerra contra el cáncer en 1971.
- ¿Fue científicamente productiva? - Permitió, con una enorme cantidad de fondos públicos, mucha investigación, como la mía, que no servía directamente contra el cáncer, pero fue útil para entender los mecanismos que permiten la vida.
- ¿Qué descubrió usted? - Phillip Allen Sharp y yo fuimos premiados por el descubrimiento de los intrones en el ADN eucariótico y el mecanismo de gen splicing (empalme de genes).
- ¿Para qué sirvió? - Ese descubrimiento permitió entender cómo funciona el ADN y, sin embargo, sólo tiene una relación indirecta con el cáncer.
- ¿Qué modelo de investigación le parece más eficaz, el estadounidense o el europeo? - Es obvio que el estadounidense, en el que toma parte activa el capital privado, es mucho más eficiente. Tómese por ejemplo el espectacular avance de la industria informática, donde es el dinero privado el que financia la investigación básica y aplicada, pero respecto a la industria de la salud… Tengo mis reservas.
- Le escucho. - La investigación en la salud humana no puede depender tan sólo de su rentabilidad económica. Lo que es bueno para los dividendos de las empresas no siempre es bueno para las personas. - Explíquese. - La industria farmacéutica quiere servir a los mercados de capital…
- Como cualquier otra industria. - Es que no es cualquier otra industria: estamos hablando de nuestra salud y nuestras vidas y las de nuestros hijos y millones de seres humanos. - Pero si son rentables, investigarán mejor. - Si sólo piensas en los beneficios, dejas de preocuparte por servir a los seres humanos.
- Por ejemplo… - He comprobado como en algunos casos los investigadores dependientes de fondos privados hubieran descubierto medicinas muy eficaces que hubieran acabado por completo con una enfermedad
- ¿Y por qué dejan de investigar? - Porque las farmacéuticas a menudo no están tan interesadas en curarle a usted como en sacarle dinero, así que esa investigación, de repente, es desviada hacia el descubrimiento de medicinas que no curan del todo, sino que hacen crónica la enfermedad y le hacen experimentar una mejoría que desaparece cuando deja de tomar el medicamento.
- Es una grave acusación.
- Pues es habitual que las farmacéuticas estén interesadas en líneas de investigación no para curar sino sólo para convertir en crónicas dolencias con medicamentos cronificadores mucho más rentables que los que curan del todo y de una vez para siempre. Y no tiene más que seguir el análisis financiero de la industria farmacológica y comprobará lo que le digo.
- Hay dividendos que matan. - Por eso le decía que la salud no puede ser un mercado más ni puede entenderse tan sólo como un medio para ganar dinero. Y por eso creo que el modelo europeo mixto de capital público y privado es menos fácil que propicie ese tipo de abusos. - ¿Un ejemplo de esos abusos? - Se han dejado de investigar antibióticos porque son demasiado efectivos y curaban del todo. Como no se han desarrollado nuevos antibióticos, los microorganismos infecciosos se han vuelto resistentes y hoy la tuberculosis, que en mi niñez había sido derrotada, está resurgiendo y ha matado este año pasado a un millón de personas.
- ¿No me habla usted del Tercer Mundo? - Ése es otro triste capítulo: apenas se investigan las enfermedades tercermundistas, porque los medicamentos que las combatirían no serían rentables. Pero yo le estoy hablando de nuestro Primer Mundo: la medicina que cura del todo no es rentable y por eso no investigan en ella.
- ¿Los políticos no intervienen? - No se haga ilusiones: en nuestro sistema, los políticos son meros empleados de los grandes capitales, que invierten lo necesario para que salgan elegidos sus chicos, y si no salen, compran a los que son elegidos.
- De todo habrá. - Al capital sólo le interesa multiplicarse. Casi todos los políticos – y sé de lo que hablo- dependen descaradamente de esas multinacionales farmacéuticas que financian sus campañas. Lo demás son palabras…
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mercoledì 2 novembre 2011

NO TE TRAICIONES

¿Nunca sentiste que haciendo cierta cosa o diciendo algo en especial, de algún modo, te defraudabas? Hoy te propongo que ya no vuelvas a hacerlo, y que seas genuino y fiel a ti mismo, para acceder a una mejor calidad de vida emocional.


Algunas veces, ante dudas internas de qué hacer en ciertas circunstancias, pedimos consejo a otras personas. Esto es muy bueno y sano. Lo importante es, después de escucharlas, elegir desde nuestro propio punto de vista y asumir la responsabilidad de la decisión que tomemos.
Dejar que lo que otras personas nos dicen influya en nosotros, al punto de traicionar nuestra creencias, no es bueno. Si a otros les molesta lo que dices o haces, o lo toman a mal, están en su derecho, así como tú también tienes el derecho de expresar lo que te molesta o de no soportar situaciones que te generan sentimientos indeseables.
Dejar de lado lo que verdaderamente somos para agradar a otros o para ser aceptado tiene un costo demasiado alto, que no vale la pena pagar. Y, finalmente, el resultado nunca es el deseado, ya que es tanto lo que dejamos en el camino, que el objetivo alcanzado se desdibuja.
Sé fiel a ti mismo, siempre. Esto quiere decir, por supuesto, respetar a los demás al llevar a cabo tus acciones, tenerlos en cuenta, no hacer daño. Pero también, priorizar tus necesidades y tus deseos, y hacerlos valer de la mejor manera que puedas.
Hace algunos años leí una frase que me cambió la vida, para mejor. Dice que el 50% de la gente te va a querer, hagas lo que hagas, y el otro 50% de la gente no te va a querer, hagas lo que hagas. Entonces, lo mejor es que siempre seas tú mismo. En el corto o en el largo plazo, te lo agradecerás.

VEDERE E PREVEDERE LA MALATTIA

Nell'antica Cina, gli antenati erano venerati e riveriti. I morti non erano separati dai vivi; la morte era una tappa fondamentale e venerata della vita, non era solo la tappa finale. La dissezione del corpo era considerata irriverente e per questo proibita. Ai medici era permesso studiare solo i corpi vivi, i processi viventi... non si poteva separare il "tutto" in singole parti.
Nel modello scientifico occidentale, la vita viene sezionata in parti separate e sconnesse, dentro un contesto fisso e stabile che può misurarsi obiettivamente. Nel modello cinese, la vita consiste nelle relazioni dinamiche e costantemente mutevoli  dei sistemi funzionali, sempre all'interno del contesto di un sistema completo. Nessun aspetto della personalità o del corpo funziona come entità indipendente e sconnessa.
I modelli di Oriente ed Occidente sono diversi, così come i punti di vista, l'enfasi, i metodi e i risultati. Ciò che funziona nel giardino può essere inadeguato nella fabbrica. Il concime non nutre il macchinario, e l'olio e la benzina non migliorano la terra.
La medicina cinese riaggiusta il disequilibrio, migliorando l'autoguarigione ed beneficiando i problemi cronici che esistono da tempo.
La medicina occidentale colpisce i componeneti strutturali, sopprimento ed eliminando fenomeni patologici, intervenendo nelle crisi che minacciano la vita.

Nel vocabolario della medicina occidentale, la malattia si definisce come qualcosa di "organico" (che interferisce con la struttura del tessuto) o "funzionale" (qualsiasi cosa non causada da un'anomalia strutturale determinata obiettivamente). Siccome la malattia si intende principalmente come un difetto di struttura, non esiste nessuna base "reale" per un disordine funzionale.
I problemi funzionali come emicrania, fatica, malattia mentale, colite, reumatismo, asma, dolori mesturali ecc, spesso si qualificano come "psicosomatici" poichè non si può dimostrare che si originano nel corpo, e pertanto restano relegati al misterioso mondo della psiche.

Una delle virtù della medicina cinese è il suo potere di detectare e descrivere in forma comprensibile una disfunzione, anche se la struttura pare intatta e fisicamente sana. Invece di cercare anormalità nella struttura, la medicina cinese cerca disarmonie del Qi, che con il tempo possono colpire la struttura, però che compariranno prima delle manifestazioni note della malattia o prima che questa sia diagnosticata clinicamente.
Questa abilità di leggere nel corpo prima che accada il danno strutturale a volte permette alla medicina cinese di prevenire la malattia prima che si sviluppi, frenare il suo progresso o addirittura fermare i processi degenerativi come l'arteriosclerosi, artrite, e patologie nervose ed autoimmuni. Permette anche al medico di medicina cinese di trattare problemi per i cuali la medicina occidentale non ha nessun rimedio.

La medicina cinese non separa il problema dalla persona che lo presenta, il quale è al tempo stesso la sua forza e la sua debolezza. In ugual modo, la capacità della medicina occidentale di fare proprio questo manifesta il suo maggior successo tecnologico e anche le sue limitazioni più importanti.
Esistono benefici in ognuna di esse. Claude Bernard, un medico francese della fine del secolo XIX, affermava che il l'ambiente interno, lo stato della persona era il fattore critico della salute e della malattia. Quest posizione restò eclipsata quando Louis Pasteur espose la sua teoria dei germi, dichiarando che l'attacco esterno dei micronbi era più significativo che il terreno o il clima nel quale si sviluppava la malattia. Il punto di attenzione si trasferì dallo stato dell'organismo al patogeno aggressore, dalla persona alla malattia. Questo cambio è arrivato a caratterizzare la medicina occidentale, nonostante nel suo letto di morte Pasteur sussurrasse che Bernard aveva ragione.

Ora sta cominciando a impulsare un nuovo cambio, grazie ad un pianeta che si restringe e ad un paradigma che si amplia. Al farsi più accessibile la medicina cinese, i benefici di entrambe le teconologie mediche potranno combinarsi, riducendosi gli inconvenienti di ognuna di esse.

Tratto da "Between Heaven and Earth", di H.Beinfield e E.Korngold

sabato 22 ottobre 2011

THE RELATIONSHIP BETWEEN HUMAN BEINGS AND THE NATURE


What makes human beings distinguish from the other beings on earth is the fact that they have always placed supreme objectives. The basic factor for Man’s constant evolution and progress has always been the Natural Environment and his relationship to it. This relationship, however, has gone through a lot of stages and fluctuations.

The “Stone-Age Man”, who is primitive and his only goal is to satisfy his survival instinct, is being “under the control of Nature”. His survival methods include hunting and collecting food. Human beings do not intervene in the evolution of natural elements; on the contrary, they feel an intense awe and a fear towards Nature.


During the second stage of the Man-to-Nature relationship, the “Bronze-Age Man” finds himself co-existing “with the nature”. Human beings have become equal to it. They do not exploit Nature, they simply use it in a “friendly'' way in order to improve their life. Therefore, the first forms of rural life started coming up and lasted up to the Industrial Revolution. In this phase, elements of nature are exalted to the skies and the first forms of religious worship are developed. In our country, Greece in particular, during Ancient times, people worshipped not only Nature itself but also the Gods who had the power to control the greatness of Nature. We mean, of course, the Twelve Gods of Ancient Greece, who were known to control the birth and death of every little thing on earth.

To conclude, we reach the present phase. The “Hydrocarbon-Age Man” finds himself “above Nature”. Human beings have tried to escape from all natural bonds which might have prevented, to their mind, their evolution.
Modernity wishes to kill the biological gods of Nature and destroy animist beliefs (the notion that each part of the global ecosystem has a soul and is therefore value in itself). Modernity considers progress to be the only god to which people, communities and ecosystems may be sacrificed. However, this attitude has resulted in their extended intervention in the ecological balance. People have overcome Nature (its restrictions and limits) with considerable and rather dangerous consequences. The improved quality of life, which was their objective, is currently being placed in horrible danger.

Now that an ecological destruction is imminent, we, the Earth’s habitants have to comprehend all our faults and realise the unison we have with Nature. From now on, we have to realize that we are not only the “consumers'' of Nature but we have to become the “Re-creators” of Nature.

Fotini Diakopoulou,
Teacher of the English Language and Literature,
2nd Professional Lyceum,
Kallithea, Athens

IL VINCOLO UOMO - NATURA

Fino al secolo XVII, la filosofia occidentale era molto affine a quella orientale. Fu con il Rinascimento che la nostra civiltà mutò il suo modo di pensare. Il pensiero scientifico divenne protagonista, cominciando a considerare le persone in modo settoriale, indipendente dagli altri sistemi viventi e si diffuse la presunzione che potessimo dominare e sfruttare la Natura senza subirne le conseguenze. Fu tagliato il “cordone ombelicale” e sfuggimmo al nostro vincolo con il mondo naturale, inseguendo un modello in cui l'essere umano dovesse essere invulnerabile, invincibile ed immortale. E' solo a distanza di quattrocento anni che cominciamo a renderci conto che questa mentalità è come un boomerang che si ritorce sullo stesso uomo che l'ha concepita e nutrita. Infatti tra l'uomo e la Natura esiste un legame che non è resecabile: ciò che l'uomo fa all'ambiente, lo fa a se stesso!

La nostra sopravvivenza è messa a rischio dall'insaziabile anelito di lauti guadagni in tempi immediati e dall'idea di autonomia della nostra civiltà nei confronti della Natura. Ma così facendo abbiamo sfruttato, impoverito e sporcato il pianeta con tutti i sistemi viventi ad essi appartenenti, noi compresi.

Fortunatamente esiste un sempre crescente numero di persone che stanno prendendo consapevolezza della necessità di rispettare l'ambiente che li accoglie e li circonda, questa “casa”, il nostro pianeta, che ci ospita temporaneamente e che dovremo lasciare ai nostri figli, concedendo anche a loro una vita quanto più sana e rigogliosa.

E' sempre maggiore il convincimento che l'essere umano non è poi così indipendente dai sistemi viventi che lo circondano, che non è invincibile rispetto alle forze della Natura che si scatenano nel tentativo di reagire a nuovi equilibri imposti dal nostro agire irresponsabile, incauto e sconsiderato. Ciò che riversiamo sull'ambiente, ci viene riversato in momenti, modalità e proporzioni inattese.

Al giorno d'oggi molti cercano di recuperare il senso di connessione tra uomo e Natura, che in tempi antichi era universalmente riconosciuto, quando il destino dell'uomo era intrecciato a quello della Natura. La crescente popolarità della medicina cinese, che si veste di questi valori, fa parte di questo modello di pensiero, in cui si impara a percepire e riprodurre l'armonia che esiste tra tutti i sistemi viventi, siano essi micro o macrocosmici. Si affina la percezione che ciò che accade nel nostro intorno si riflette nel nostro interno, e viceversa.

E' cominciando a rispettare il pianeta che porta in grembo e nutre la nostra esistenza, che ci garantiremo una vita sana per noi e per i nostri eredi.

Jennifer Taiocchi