Nell'antica Cina, gli antenati erano venerati e riveriti. I morti non erano separati dai vivi; la morte era una tappa fondamentale e venerata della vita, non era solo la tappa finale. La dissezione del corpo era considerata irriverente e per questo proibita. Ai medici era permesso studiare solo i corpi vivi, i processi viventi... non si poteva separare il "tutto" in singole parti.
Nel modello scientifico occidentale, la vita viene sezionata in parti separate e sconnesse, dentro un contesto fisso e stabile che può misurarsi obiettivamente. Nel modello cinese, la vita consiste nelle relazioni dinamiche e costantemente mutevoli dei sistemi funzionali, sempre all'interno del contesto di un sistema completo. Nessun aspetto della personalità o del corpo funziona come entità indipendente e sconnessa.
I modelli di Oriente ed Occidente sono diversi, così come i punti di vista, l'enfasi, i metodi e i risultati. Ciò che funziona nel giardino può essere inadeguato nella fabbrica. Il concime non nutre il macchinario, e l'olio e la benzina non migliorano la terra.
La medicina cinese riaggiusta il disequilibrio, migliorando l'autoguarigione ed beneficiando i problemi cronici che esistono da tempo.
La medicina occidentale colpisce i componeneti strutturali, sopprimento ed eliminando fenomeni patologici, intervenendo nelle crisi che minacciano la vita.
Nel vocabolario della medicina occidentale, la malattia si definisce come qualcosa di "organico" (che interferisce con la struttura del tessuto) o "funzionale" (qualsiasi cosa non causada da un'anomalia strutturale determinata obiettivamente). Siccome la malattia si intende principalmente come un difetto di struttura, non esiste nessuna base "reale" per un disordine funzionale.
I problemi funzionali come emicrania, fatica, malattia mentale, colite, reumatismo, asma, dolori mesturali ecc, spesso si qualificano come "psicosomatici" poichè non si può dimostrare che si originano nel corpo, e pertanto restano relegati al misterioso mondo della psiche.
Una delle virtù della medicina cinese è il suo potere di detectare e descrivere in forma comprensibile una disfunzione, anche se la struttura pare intatta e fisicamente sana. Invece di cercare anormalità nella struttura, la medicina cinese cerca disarmonie del Qi, che con il tempo possono colpire la struttura, però che compariranno prima delle manifestazioni note della malattia o prima che questa sia diagnosticata clinicamente.
Questa abilità di leggere nel corpo prima che accada il danno strutturale a volte permette alla medicina cinese di prevenire la malattia prima che si sviluppi, frenare il suo progresso o addirittura fermare i processi degenerativi come l'arteriosclerosi, artrite, e patologie nervose ed autoimmuni. Permette anche al medico di medicina cinese di trattare problemi per i cuali la medicina occidentale non ha nessun rimedio.
La medicina cinese non separa il problema dalla persona che lo presenta, il quale è al tempo stesso la sua forza e la sua debolezza. In ugual modo, la capacità della medicina occidentale di fare proprio questo manifesta il suo maggior successo tecnologico e anche le sue limitazioni più importanti.
Esistono benefici in ognuna di esse. Claude Bernard, un medico francese della fine del secolo XIX, affermava che il l'ambiente interno, lo stato della persona era il fattore critico della salute e della malattia. Quest posizione restò eclipsata quando Louis Pasteur espose la sua teoria dei germi, dichiarando che l'attacco esterno dei micronbi era più significativo che il terreno o il clima nel quale si sviluppava la malattia. Il punto di attenzione si trasferì dallo stato dell'organismo al patogeno aggressore, dalla persona alla malattia. Questo cambio è arrivato a caratterizzare la medicina occidentale, nonostante nel suo letto di morte Pasteur sussurrasse che Bernard aveva ragione.
Ora sta cominciando a impulsare un nuovo cambio, grazie ad un pianeta che si restringe e ad un paradigma che si amplia. Al farsi più accessibile la medicina cinese, i benefici di entrambe le teconologie mediche potranno combinarsi, riducendosi gli inconvenienti di ognuna di esse.
Tratto da "Between Heaven and Earth", di H.Beinfield e E.Korngold