E’ il popolo degli Huntza: questa popolazione non solo vive in media 130-140 anni ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative, il cancro, malattie del sistema nervoso, ecc..
Gli Unza, una popolazione che risiede
ai piedi della catena dell’Himalaya, in una piccola valle del Pakistan,
al confine con la Cina, è un popolo dalle origini misteriose, ritenuto
il più longevo al mondo.
Sono di razza bianca e non gialla, come le popolazioni vicine, parlano una lingua sconosciuta e sono immuni a qualsiasi malattia.La prima volta che si sentì parlare di questo popolo, fu all’epoca della colonizzazione inglese dell’India.
Un medico scozzese, Mec Carrison, che andò alla ricerca di questa popolazione per poter scoprire il loro segreto di lunga vita; studiando per anni gli Hunza, constatò la perfetta salute di questo popolo, oltre all’eccezionale forma fisica e la loro capacità di lavorare senza stancarsi.
Emerse che la popolazione degli Hunza, non si ammala mai, tranne rari attacchi di febbre, arrivava a 120 e anche 140 anni, la cui morte poi arrivava dolcemente senza malattie.
Gli uomini hanno figli oltre i 70 anni, e capita di vedere ultracentenari che lavorano i campi; la capacità di tutta la popolazione di sopportare gli sforzi lavorativi è sorprendente, in montagna sono corridori e portatori instancabili, arrivano a fare 230 kilometri al giorno senza dare segni di apparente stanchezza.
Ma la cosa più sorprendente è, che il loro vero segreto è il rapporto con l’alimentazione, con l’ambiente e con se stessi, amore e rispetto, assicurano a questo popolo un equilibrio fisico e morale e longevità.
Gli strumenti indiscutibilmente più utili alla loro longevità paiono
essere il lungo digiuno a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione
vegetariana e l’acqua alcalina presente nelle loro terre.... ma anche la "postura mentale".
Digiuno e prodotti vegetali
Gli Huntza vivono infatti dei frutti
della natura e soffrono anche un lungo periodo di carestia nei mesi
invernali. Adottano forzatamente quello che i naturopati definiscono
“digiuno terapeutico”. L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, è un
luogo in gran parte inospitale e non dà raccolto sufficiente per
alimentare i 10.000 abitanti Huntza per tutto l’anno.
Si nutrono del frutto del loro raccolto. Fino a marzo però, quando matura l’orzo,
digiunano anche per settimane intere (fino a due mesi in semi digiuno)
per poter razionare i pochi viveri rimasti in attesa del primo raccolto.
Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a debolezza, morte e distruzione, al contrario nel corso degli anni ha prodotto nella popolazione straordinarie capacità di vigore.
Un Huntza può andare camminare tranquillamente per 200 km a passo spedito senza mai fermarsi.
Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle spedizioni Himalayane, sono assoldati come portatori.
Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a debolezza, morte e distruzione, al contrario nel corso degli anni ha prodotto nella popolazione straordinarie capacità di vigore.
Un Huntza può andare camminare tranquillamente per 200 km a passo spedito senza mai fermarsi.
Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle spedizioni Himalayane, sono assoldati come portatori.
Il digiuno nel mondo animale
Anche in molti animali il digiuno è una
cosa normale per la sopravvivenza, nei periodi di carenza di prede. In
autunno gli stambecchi, camosci e cervi mangiano molto di più per
accumulare grasso per l’ inverno, che a causa dell’ altitudine dove
vivono, non permette l’ approvvigionamento di cibo sufficiente. Il bello
che i violenti scontri che i cervi hanno tra di loro per l’
accoppiamento e la successiva fecondazione avvengono proprio in pieno
inverno, quindi praticamente a digiuno, che non compromette, anzi
enfatizza le loro energie. Gli uccelli migratori mangiano a fine estate
più del fabbisogno e quando partono verso i luoghi più caldi sono
talmente grassi da pesare il doppio del normale. Ma durante la
migrazione, che può arrivare anche a 5000 km, il loro peso ritorna normale. I lupi cacciano per giorni, ma
poi possono restare per settimane senza mangiare e nello stesso tempo
percorrono grandi distanze per procacciare altro cibo, vivendo con il
solo grasso corporeo come del resto quasi tutti i predatori. Anche i
pesci digiunano, come per esempio il salmone, che nella sua famosa
risalita del fiume non ingerisce nulla, nemmeno nel successivo periodo
della posa delle uova. In sostanza il digiuno è una condizione che da milioni di anni nella storia dell’uomo e degli animali apporta molti benefici.
L'alimentazione vegetariana
Hanno rifiutato qualsiasi tipo di alimenti industriali, ancora oggi infatti, si nutrono dei prodotti che coltivano.
Acqua alcalina
L’ultimo elemento fondamentale per la
forza, e la longevità di questo popolo fu la composizione dell’ acqua.
Dopo diversi studi emerse che l’acqua degli Huntza possedeva elevato pH
(acqua alcalina), con notevole potere antiossidante ed elevato contenuto
di minerali colloidali. Effettivamente come sperimentatore e
ricercatore indipendente devo dire che digiunare con acqua alcalina è
molto più semplice che digiunare con acqua di rubinetto o imbottigliata.
L’acidosi metabolica innescata dal digiuno prolungato viene infatti
compensata e il ph rimane più stabile. Per quanto riguarda
l’alimentazione ho già spiegato che l’unico frutto a mantenere il ph
umano stabile è la mela rossa; nel digiuno invece ci si può aiutare
bevendo acqua alcalina, acqua con argilla verde ventilata, o facendo
lavaggi interni/esterni con acqua e sale integrale.
Oggi il territorio degli Huntza è stato intaccato dalla società “evoluta” e anche lì sono arrivati cibi spazzatura, farina 0 impoverita, zucchero bianco, sale sbiancato chimicamente, ecc… e con loro le prime carie, le prime problematiche cardiovascolari, i primi problemi reumatici che l’Occidente evoluto conosce bene. In pochi sono riusciti a scampare da questo inquinamento “evolutivo” evitando ogni forma di contagio con usanze e abitudini percepite ad istinto come innaturali e dannose.
Oggi il territorio degli Huntza è stato intaccato dalla società “evoluta” e anche lì sono arrivati cibi spazzatura, farina 0 impoverita, zucchero bianco, sale sbiancato chimicamente, ecc… e con loro le prime carie, le prime problematiche cardiovascolari, i primi problemi reumatici che l’Occidente evoluto conosce bene. In pochi sono riusciti a scampare da questo inquinamento “evolutivo” evitando ogni forma di contagio con usanze e abitudini percepite ad istinto come innaturali e dannose.
La postura mentale
Quello che più affascina di questo popolo è la loro predisposizione naturale al sorriso, infatti sono molto gioviali, d’umore costante, anche quando hanno problemi di poco cibo e di freddo.Non sono mai arrabbiati, non sono attaccati dall’ansia, e dall’impazienza, ma la contrario, sono sempre sereni, e forse il loro segreto sta proprio nella loro inconsapevole felicità.
Tutti noi siamo alla ricerca della longevità e forse imparando da questi popoli, la capacità di reagire alla vita in modo positivo, altre ad assumere il giusto, vitale e sano cibo, potremmo prevenire, invece che curare, e arrivare ad ottenere un benessere sia mentale che fisico…….. per iniziare, non è mai troppo tardi.
CONCLUSIONI
Esiste veramente un orologio biologico
incontrovertibile nell’uomo o sono gli stili di vita errati ad
accelerare il corso delle lancette?
E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa, osteoporosi, artrosi, demenza senile …. ?
E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili, cronico-degenerative, cardiopatie, e tumori?
Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o senza senso per un popolo consapevole.
E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa, osteoporosi, artrosi, demenza senile …. ?
E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili, cronico-degenerative, cardiopatie, e tumori?
Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o senza senso per un popolo consapevole.
alimentazione e benessere.it
magozine.it
E che dire del popolo dei boscimani del Kalahari (se non erro) anch'essi con un'alimentazione ai limiti della sopravvivenza, fatta di bacche ricchissime di antiossidanti e di pochissima carne, sempre sereni allegri ospitali (da quello che risulta dai commenti dei viaggiatori e dei docomentarist) mai lamentosi, quasi felici.
RispondiEliminaMa non so nulla sulla loro longevita'