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mercoledì 8 gennaio 2014

IL POTERE DEI MANDALA







Mandala, è un disegno simbolico e geometrico utilizzato nel buddismo e nell’induismo, il cui utilizzo veniva già citato dai Veda, antichi testi sacri dell’Hinduismo. La sua traduzione dal sanscrito è “cerchio”, “circonferenza” o “ciclo”. L’uso del Mandala ha tutt’oggi una funzione rituale, promuovendo il contatto con la spiritualità, che in oriente è percepita e proiettata nell’interiorità di ogni persona, piuttosto che proiettata all’esterno, come in altre religioni occidentali.
Come conseguenza ad un’epoca moderna di “crisi” di valori, di incertezza, di disorientamento,  prendere contatto con la nostra interiorità sta diventando una necessità sempre più sentita. Questo avvicinamento ad un vissuto spirituale risale agli albori della civiltà. Il primo Mandala conosciuto, ad esempio,  è una “ruota solare” paleolitica scoperta nell’Africa del Sud, ma anche nelle civiltà precolombiane d’America, così come negli aborigeni d’Australia si riscontrano reperti rituali a rappresentanti un “cerchio magico”. Così come si sono ritrovati reperti appartenenti a civiltà babilonesi, o di cerimoniali magici medievali e rinascimentali. Il Cerchio simbolizza dunque un limite magico invalicabile, che separa un confine interiore spirituale e protettore, da un esteriore manifesto e minaccioso. A cerchio sono stati costruiti i primi santuari al cui interno si praticavano riti di preghiera, propiziatori e di protezione. Il famoso Tempio del Cielo a Pechino ne è una delle migliaia di esempi, così come circolare è la piazza San Pietro in Vaticano. Le più famose cattedrali cristiane hanno un “cupolone” circolare, sotto il quale si celebra la funzione religiosa.





Le ritualità appartenenti alle diverse culture di tutto il mondo testimoniano il desiderio che l’uomo ha sempre coltivato di comprendere se stesso, il mondo in cui è immerso,  usando allo scopo i simboli.  Nella nostra vita quotidiana siamo immersi nei simboli, poiché grazie a questi possiamo trasferire sinteticamente messaggi, alcuni consapevoli, altri inconsapevoli. I simboli sono rappresentazioni sul piano reale di un mondo astratto, che sarebbe altrimenti impercettibile e quindi indefinibile.
Tra gli innumerevoli simboli di tutte le civiltà, e delle diverse sfere spirituali, più o meno esoteriche, si annovera il simbolo per eccellenza, l’unico universalmente riconosciuto come perfetto:
il CERCHIO.





In esso è rappresentato l’Universo, contenente ogni potenziale embrione di Vita, come simbolo della fecondazione in cui nasce la vita. Rappresenta lo stato della sostanza primordiale, impalpabile, uniforme e indifferenziata. Ciò che ancora deve manifestarsi.
Il cerchio non ha direzione, i punti che lo compongono sono tutti equidistanti dal centro, rappresentando così la Perfezione, ma al tempo stesso è formato da una linea unica in cui l’inizio si fonde con la fine, e questa con il nuovo inizio, diventando così simbolo di Eternità. Geometricamente è sprovvisto di angoli e di rotture e perciò rappresenta l’Armonia, e  l’Unione.
 
In Cina il cerchio è un simbolo che permea tutta la cultura Taoista, da cui il Tai Ji Quan (un’antica arte marziale), la Medicina Tradizionale Cinese e la filosofia prendono vita. Nel Tutto circolare si manifestano le due polarità Yin e Yang, da cui nasce tutto ciò che è manifesto.






Il movimento circolare, infatti,  è anche quello degli astri in cielo, che scandisce le rivoluzioni planetarie ed il tempo astronomico costruendone la mappa del cielo e quella dell’uomo attraverso lo zodiaco.


 














Lo scorrere del tempo viene così scandito anche sull’orologio in modo circolare, in una sequenza di istanti che si ripetono con ciclicità, riproponendo l’infinito ciclo del tempo, in cui si alterna la Vita e la Morte in un continuum. 



Tornando al Mandala, tradizionalmente, nel Buddhismo e nell’Hinduismo esso è costituito da un cerchio esteriore che rappresenta il Cielo, e spesso da uno più quadrati interiori concentrici. Il quadrato rappresenta la Terra, intendendo questa come grembo che accoglie il seme fecondatore del Cielo (elemento maschile) per portarlo a frutto sul piano materiale in Terra (elemento femminile).
Di Mandala ne esistono infinite varietà, tanto quanto la creatività umana. A questa complessità si aggiunge una creazione che non è solo strutturale, ma anche cromatica, poiché dopo aver costruito il grafico, questo viene colorato, in genere rispettando una regolarità geometrica.


L’impegno e l’applicazione esecutorie implicano concentrazione e contemplazione. Infatti la regolarità e la creatività si stimolano ed al contempo si autoregolano reciprocamente, non lasciando spazio a pensieri esterni, a fantasticherie né distrazioni. Il Mandala è per queste ragioni una forma di meditazione che aiuta a liberare la mente, facendo fluire l’energia interiore apportando una sensazione di armonia, pace e benessere. Durante la creazione del Mandala vengono proiettate all’esterno le mappe dei nostri pensieri ed emozioni, quindi, con meccanismo inconscio vengono portate alla luce della consapevolezza. Carl Gustav Jung, che per vent’anni ha approfondito la cultura orientale, definì questo meccanismo “il processo di individuazione”, necessario a integrare il Conscio con l’Inconscio, l’ombra con la luce, per elevarsi così ad un piano “superiore” nell’evoluzione spirituale.

Questo spiega la ragione per la quale, in Tibet, in occasione di ricorrenze religiose importanti, viene preparato meticolosamente un grande Mandala, decorandolo con sabbia debitamente colorata con pigmenti naturali. Per diversi giorni il raccoglimento spirituale dei monaci impegnati in questa attività anticipa e prepara una ricorrenza religiosa importante. Il Mandala così preparato verrà successivamente distrutto, spazzando al vento la sabbia. Con questo gesto si vuole rappresentare simbolicamente la caducità della Vita, l’impermanenza, in un ciclo costante di nascita, morte e rinascita.
Ancora oggi il Mandala  rappresenta uno strumento per riportare l’ordine interiore, se non addirittura per catalizzare una rinascita interiore. Il vantaggio di questa tecnica è la possibilità di combinarla con altre tecniche di rilassamento come la musicoterapia, l’aromaterapia, il canto dei mantra, le preghiere. 

Certo è che l’efficacia dei Mandala è stata confermata anche in campo grafologico, laddove, nella rieducazione della scrittura, oltre a riabilitare un gesto grafo-motorio coordinato, geometrico e regolare, si raggiunge uno stato di rilassamento efficace, tanto negli adulti quanto nei bambini. Il suo utilizzo viene ben accettato dai bambini che, con l’idea di colorare e quindi con lo spirito del gioco, trasferiscono le proprie emozioni sulla carta, liberandosene e lasciando spazio al respiro dell’Anima. Attraverso un gesto grafico dalle finalità creative si dà forma ed espressione a qualcosa che ancora non esiste, che è unico ed irripetibile. Si ritrova nel disegno, come nella scrittura, un vissuto spirituale interiore inscindibile dalla mano di chi scrive o disegna, rivelando simbolicamente la nostra interiorità ed individualità.
Jennifer Taiocchi

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